giovedì 25 settembre 2008

Post ad personam: Foto + Link!


Cari,

posto con notevole comodità (ok! Ho privilegiato altri contenuti!!!
^ ^ ) una bella foto della presentazione del mio libro "LEGGIMI NEI PENSIERI", lo scorso luglio a Cisternino, piccolo borgo della Valle d' Itria.

Ancora oggi, riguardandola, avverto la sensazione di leggera sospensione di quella serata...

Sento il profumo dei tanti vasi di fiori sui balconi, mescolato con l' odore della brace su cui arrostiscono le carni...

Ricordo i colori dei vestiti estivi e i volti attenti della gente di fronte ai miei occhi...

Mi percepisco serena e, come sempre sotto l' effetto dell' adrenalina, sospesa, al di fuori di me...


Oltre a questa bella foto, un po' sfocata forse, ma per questo più fedele alla sensazione di quella sera, oggi vi offro una piccola chicca: ho avuto finalmente l' indirizzo internet da cui è possibile seguire, in streaming, la diretta del venerdì sera su BS Television in cui ci sono anch' io come redattrice!

Et voilà:


www.jotv.tv

Insomma, chiunque non viva nella zona di Taranto e provincia, e non abbia Sky (canale 844-Puglia Channel), può seguirmi ogni venerdì, in diretta, nel programma Polifemo.

Lo so, lo so, l' approfondimento politico e la cronaca di Taranto non fanno per voi, però ricordate! Il modello "Stella" qui sopravvive e avete a disposizione un indirizzo e-mail, un numero fisso e uno mobile per gli sms per mandarmi messaggi!

Un bacio grande a tutti e, per oggi, perdonatemi il surplus di egocentrismo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Mara

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martedì 23 settembre 2008

Il mistero delle identità.


Sono passati alcuni anni.
Sarebbe sbrigativo dire che sono volati, il tempo è andato via lentamente, invece.
A tratti trascinandosi dietro le spalle un cargo pesante. Dimenticando strade ampie, conosciute. Seminando sentieri stretti mandati a memoria, per arrivare a luoghi inesplorati e a traguardi intermedi mai toccati prima.

Sono passati anni e io ho vissuto, osservando cambiamenti sotto la mia pelle, scoprendo nuove espressioni e parole accanto a quelle note, toni di voce mai ascoltati sulle mie labbra, lasciandomi stupire da convinzioni inusitate, scorgendo diverse identità sovrapporsi a quelle conosciute e incise, strato su strato, nel tempo...
Mai concepito di conoscere ogni sfumatura della mia essenza, ma molto della sua espressione.
Mi ritrovo, oggi, ad aver perso la fede in un' unitaria composizione delle parti, in favore, invece, dell' apparenza plurima di un cristallo. Fede nelle sue infinite facce che si spargono lontane, colori arcobaleno, in angoli diversi di uno stesso spazio fisico.

Domenica scorsa la ricorderò per le nozze di una persona a me molto cara. Una ragazza coraggiosa e forte. Determinata, a tratti rivoluzionaria. Capace di amarsi e di amare con semplicità.
Alle sue nozze ho ritrovato volti di un passato lontano, sorrisi amati ed espressioni conosciute che mi aspettavo di scorgere cambiate. Ho osservato occhi, visi, tagli di capelli, vestiti... Ascoltato parole e accenti, colto sfumature di intelligenze e curiosità... Ammirato pudori e riservatezza, accolto con gratitudine ogni discrezione e disponibile accoglienza.

Attendevo lo choc del cambiamento che annacqua i contorni conosciuti. Aspettavo di avere come unica certezza la conoscenza della sola evoluzione a lungo meditata e assimilata: la mia.
Ciò che è stato, invece, ha riaffermato il familiare e il noto, ha riproposto linguaggi e forme antiche, offrendo l' imprevisto stupore di una sostanza nuovamente diversa.
Come l' evoluzione di un prisma che cambia il colore di ogni faccia, nella sua danza al cospetto del sole.
Ancora io e un' altra me.

Identità fuse e scisse, a seconda dell' arrivo della luce, sul corpo del cristallo.


Mara

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giovedì 18 settembre 2008

Sciopero!


Ore 7.30, ieri mattina, telegiornale locale.
Il presidente di una delle associazioni dei consumatori, con voce tentennante e senza troppa convinzione, parla di sciopero.
C' è una conferenza stampa in programma, il tema è lo sciopero, le signorie vostre sono invitate.

Tazza di caffelatte sotto il naso, testa appena pendente verso il basso causa sonno cattivo, la mia attenzione fa un balzo in avanti, con interesse vivo al seguito: SCIOPERO?!
Ah... Gli occhi vanno al cielo sognanti, i ricordi arrivano al galoppo... ho sempre amato quella parola! ...
Aspettare fuori scuola, pretestuose automotivazioni sogghignanti... la prima ora che passa, poi un quarto della seconda, finchè è fatta, si va a casa, o meglio, a far vasche, in su e in giù, per il corso principale...
Ah...
Sì, confermo, mi è sempre piaciuto!

Qui, però, c' è qualcosa in più: lo scopo è reale, la protesta è per equi diritti, il boicottaggio civile è contro mastodontiche, invisibili, speculazioni! ...
Sì, confermo di nuovo, sono a casa mia: questo sciopero è davvero pane per i miei denti!

Ho appena nominato il pane e di pane in effetti si tratta: lo sciopero ha un nome ben preciso, un sapore di croccante superficie cotta nel forno e morbida mollica bianca a bolle, di cui cassare l' acquisto per un' intera giornata.

18 settembre 2008 "Sciopero della pagnotta".

Consumatori offesi e spolpati peggio che nella caverna di Polifemo, hanno occasione di dire la loro, simbolicamente, è vero, ma, pure se si tratta di un fiacco pugno in un occhio, al caro ciclope che ne ha uno solo, magari qualcosina gli fa!

Niente pane per tutta la giornata. E/o, niente pasta, niente rifornimenti di benzina, solo prodotti locali, stop alle telefonate via rete mobile per almeno tre ore, luci spente la mattina.
Cinque proposte come espressione di stanchezza e rabbia, più che mai civile.
Il principio antichissimo del boicottaggio che, in effetti, con la sua forza, ha prodotto casi curiosi nella storia, divenuti rappresentativi dello spirito coriaceo di alcune popolazioni.

Penso, per restare in tema di pagnotta, al pane umbro senza sale. Il famoso pane sciocco.
Molti conoscono le origini di un uso così unico: nacque dalla contestazione contro la tassa sul sale, introdotta da Papa Paolo III nel 1531, nel territorio dello stato Pontificio.
Insomma, gli umbri ne fecero a meno, e da necessità fu creata virtù: il pane sciapo, a detta di molti, esalta i sapori dei cibi cui si accompagna, proprio poichè non li copre con il proprio.
E via con salumi, formaggi, sottoli, marmellate, miele...

Oggi, con lo sciopero della pagnotta, non c' è in gioco una scelta alimentare ab aeternum, non è richiesta la tempra degli antichi, solo l' astensione di un giorno e la riflessione che ne può derivare.
Penso a quando, qualche anno fa, Papa Wojtyla proclamò un giorno di digiuno come preghiera e sacrificio per la pace.
Volli farlo anch' io, e per la debolezza, mentre correvo, come sempre, da una parte all' altra di Siena dove mi trovavo per studio, caddi...
Fu un' esperienza, quella del digiuno e della relativa astenia, che mi fece riflettere molto...
Mi aiutò, da un lato, ad assaporare il piacere del sacrificio e dell' impegno, in vista di un obiettivo condiviso, dall' altro, a meditare sul senso dell' abbondanza, dello spreco, della fame.

Insomma, tirando le fila di questo post già fin troppo lungo, ho aderito allo sciopero e, oggi, a casa mia niente pane di forno o di supermercato, solo pane fatto in casa, impastato a mano, ieri, con gusto e soddisfazione.

Nel pomeriggio inoltrato, dopo l' esterna per "Polifemo Provincia", vuoi per l' adrenalina ancora in circolo, vuoi per prolugare il senso di gratificazione e la mia percezione di autoefficacia, ho deciso di fare il pane da me.
Non era certo la prima volta, ma era la prima volta da un bel po' di mesi a questa parte.
A casa ho tutto l' esistente per fare il pane, la macchina che impasta e cuoce nel suo cestello, la tradizionale impastatrice ma, stavolta, ho preferito lavorare da me, sentire la pasta compattarsi e crescere, riscaldarsi e allungarsi, farsi elastica, sotto la forza delle mie mani.

L' effetto autogratificazione non conosce fatica, nè stanchezza.


Mara

P. S. Piccolo dettaglio "statistico": da un chilo di farina (tre parti di Kamut e una di semola) ho prodotto un chilo e trecento grammi di panini e grissini.
Direi che il piacere e il risparmio, se non di tempo, di moneta, sono assicurati.

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martedì 16 settembre 2008

Scatole di cartone sotto il braccio.


Notizia di ieri. E addio.
Addio, Lehman Brothers.

Simbolici battenti chiusi, lucchetti e sigilli.
Addio e pianti composti. Lacrime civili, nelle mani, a nascondere visi e umiliazioni.
Grida inudibili, bestemmie immaginarie.
Visi molto wasp, abiti scuri, camicie bianche inamidate; tacchi alti, capelli lisci, ordinati.
Lo sgomento si avverte, senza per questo mai vederlo offendere buon gusto e dignità.
Via tv arrivano voci incerte e metalliche. Stupisce un unico sorriso inopportuno, fuori discussione.
La paura e il sopravvento dell' buco nero sotto i piedi, collassano il senso logico di quel sorriso, ma è un caso isolato: dovunque, scorgi professionisti del savoir-faire, colletti bianchi, quadri, dirigenti, che restano ciò che si sono allenati ad essere fin dai tempi di Harvard o Yale, persino oggi, che hanno un crack gigante sotto il culo e l' ineffabile è appena successo...

Vedi persone.
Vedi identità che conservano la loro integrità ancora per quei passi fino all' automobile o al taxi...
Poi, sta a te: puoi solo immaginare, dietro ai vetri, occhi sbarrati o lacrime che non arrivano, perchè l' emergenza pretende nervi rigidi e capacità di scatto in avanti, sebbene non sai per dove...

Il mondo corre veloce verso tappe ignote. E la vita picchia duro, a volte.
La sorte guarda dritto in faccia e sceglie rovesci e grazie.
Così.

Libera associazione: mi viene in mente la grandezza di un carapace.

Ieri, sono uscite da portoni a specchio, a New York, persone con scatole di cartone sotto il braccio.
Il numero degli scatoloni a segnare, come le tacche sul muro per le nuove altezze dei bambini, anni di scalate e fedeltà.
Dipendenti Lehman Brothers di vecchia pelle, con scatole impilate l' una sull' altra.
Giovani leve, rampicanti come edera robusta, ne reggono uno solo, grande e pieno, fra braccio e fianco.

Uffici, scrivanie, vuotati in meno di un sogno.
Scatoloni che raccolgono vite trasferibili come assegni in bianco.

Fra le cose che più mi lasciavano curiosità e domande, dei tanti film americani visti in una vita, una su tutte: come ci si riuscisse...
Come si potesse traslocare in un pomeriggio...
Come si potesse caricare un' auto fino a schiacciarla a terra, di tutto un intero mondo, e partire per un altro inizio, in un qualche altrove, all' improvviso...
Niente ditta di traslochi, niente inutili tracce e debiti. Solo un' automobile scassata e braccia e menti veloci a chiudere tutto, il tempo di una scelta...


Ieri, l' hanno fatto ancora.
Stavolta non è un film. E' vita.
Ma si sa che il cinema fa opera di mimesi e guarda il mondo con occhi e taccuini discreti e silenziosi.

Scatoloni con pezzi di vite intere hanno sfilato, ieri, davanti alle telecamere del mondo.
Dentro, spesso, più di settanta ore di lavoro la settimana.
Tutto in poco spazio. Persone con menti atte alla sintesi e pensieri che guardano alla fine in ogni inizio.

Ho sentito un uomo dire: "Ho voglia solo di andare via e di tornare dalla mia famiglia."
Chissà perchè ho desiderato che non lo facesse...
Che non tornasse dalla moglie...
Con le mani piene solo di freddi, agghiaccianti, pesi inutili, in una scatola di cartone.


Mara

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venerdì 12 settembre 2008

Ritorna "Leggimi nei pensieri".


Miei cari,

buon venerdì a tutti!
La nostra settimana è al capolinea e già si profila, nel mio orizzonte immaginativo, il confortante pensiero del...
letto!
Sì, lo so, non è Sex and the city ma, sarà che stasera mi aspettano i fuochi d' artificio della diretta, il mio pensiero primo, oggi, sono cuscino, lenzuola fresche di bucato e materasso in lattice...

Prosaico a parte, mi sono accorta che l' ultimo appuntamento con il mio libro risale al luglio scorso, così, dato che per me, oggi, il tempo è come una coperta che tiri e tiri e non basta a coprire i piedi, vi accompagno nel weekend con un piccolo assaggio tratto da "Leggimi nei pensieri".

Si tratta di "Franco", il mio terzo monologo/racconto.
Il tema non è dei più lievi, protagonista è un senza casa, colto nel cuore dei ricordi e nelle angustie del suo quotididiano, d' altronde già lo sapete, la leggerezza fine a sè stessa non è il mio piatto preferito!

In verità, devo dire, il tema dei senza tetto mi trova particolarmente sensibile: proprio di fronte casa mia, c' è una Chiesa, con accanto, in una stradina laterale, l' ingresso della mensa dei poveri.
Ogni giorno, per due ore, dalle sei di pomeriggio, li vedo in fila, composti, in attesa di cenare.
Una volta la settimana ci vado anch' io, come volontaria; preparo i dolci, assieme a mia madre e mia sorella.
Li osservo... non ne esiste uno uguale ad un altro. Sono tutte storie diverse, colte appena, da brevi parole smozzicate...

"Franco" non è nessuno di loro.
E' nella mia immaginazione, colpita al cuore.

Vi bacio.


Mara

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Franco: Un assaggio per voi da "Leggimi nei pensieri".


La notte, per me, è sicuramente il momento più brutto, il più terribile. Se ci penso, in questo momento, mi salgono le lacrime. Non succede spesso che mi metta a pensare ai miei mali, perché poi è peggio: sono pugnali, la gola mi si strozza e mi chiedo: "Mio Dio arriverò a domani?" Sono vecchio ormai, non vecchissimo, ma con la vita che ho fatto ogni anno vale tre.

Qualche pensiero in più su come sto me lo concedo solo in giorni in cui c’è il sole, quando è appena sorto, per la verità. E’ l’unico momento in cui, non so perché, ma riesco a sperare. Assieme al sole mi sembra anche io di potermi alzare qui da terra per mettermi in cammino…verso una giornata che mi porterà qualcosa di nuovo, di buono...
[...]
Io facevo l’autista di tram ma per passione ho sempre scritto. Ogni giorno, di ritorno dal lavoro, mi mettevo in cucina, a qualunque ora, tanto Adele cucinava sempre la mattina presto con la casa vuota, e buttavo giù i miei piccoli appunti. O meglio, se il giorno prima avevo annotato qualche parola, il giorno dopo la facevo nascere, le davo vita, aveva luce la sua personalità, la sua bella idea chiara del mondo! Diventava la mia ventesima, poi ventunesima , trentesima poesia e così via.
Quando sono rimasto qua per strada ne avevo composte più di centoquaranta… Che bellezza se ci penso! Per i miei 50 anni mi sono regalato di farle pubblicare, ho intitolato la raccolta "Il monte”. Ne ero così fiero che, oggi ci ripenso con pudore, talvolta, mentre aspettavo di salire sul tram per attaccare il mio turno di lavoro, giravo con il libro sotto il braccio e appena vedevo una faccia un po’ più simpatica, una persona che mi sembrava magari colta, dopo averne carpito qualche pezzetto di frase al telefono, mi avvicinavo e mi mettevo a parlare della mia raccolta... Con un po’ di fortuna, se non scappavano subito via con una scusa qualsiasi, mi riusciva anche di far leggere un paio delle mie poesie…
[...]

Così mi sono ritrovato qua con gli altri, in stazione.
Mica in un giorno, certo. Ho provato a resistere, ho chiamato parenti, conoscenti, i servizi sociali…lei si era presa tutto, la casa e i soldi…e io non ho più i genitori da tempo. Ho l’età per essere nonno in realtà, ma figli non ne abbiamo avuti purtroppo, o forse è meglio, tanto a sentire gli altri qua, a te ti disprezzano sempre, sei un debole incapace e si accomodano dalla parte della madre.
[...]
E’ per dignità che vivo qua. E’ molto meglio che elemosinare aiuto da chi ha orrore che il tuo bubbone pestifero di sventura gli si attacchi…Io non abbasso la testa davanti a chi mi disprezza, lo sfido anzi! E quando ci riesco, dentro di me, sento un brivido di orgoglio perché ho lottato per un’unghia della mia dignità. Per strada non ho da chiedere niente più a nessuno, anche perché gli altri come te, se ci stanno con la testa o se sono lucidi, una mano te la danno senza bisogno di domandare…anzi qua è meglio se non parli, perché si vive di silenzi. Forse se cominci a parlare ritorni un uomo e ti viene voglia di uscire da questa palla di vetro attraverso cui guardi la vita che scorre dentro la città, impedito da tutti gli stracci, la puzza, la bocca impastata, la vergogna, la testa che gira, il sole che brucia, il vento che ti spezza o il freddo che ti trova dovunque ti nascondi. E se non puoi farcela a tornare uomo, perché hai bisogno di un aiuto vero che non c’è, allora è meglio che ti dimentichi della tua lingua, anche perché in quel momento la useresti per maledire.

La stazione è diventata il mio posto perché ho sempre amato, sin da piccolo, guardare i treni che partono. Camminare in su e in giù sulla banchina, guardando dal basso negli scompartimenti, attraverso i finestrini.
Sognare vite, leggere nei volti pensieri e vedere se ci sono speranze oppure rancori. Indovinare mete e incontri a chilometri colmati. Vedere le teste, chine sui libri, di chi ama sognare come me o, semplicemente, vuole passare le ore e ha paura di un vicino che abbia invece voglia parlare… Chissà magari c’è qualcuno che dice grazie a quel viaggio perché finalmente ha del tempo tutto per sé e non ha da sentirsi in colpa a impazzire su delle storie…
[...]



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martedì 9 settembre 2008

BlogTime versione 2 !!!


Miei cari,

come promesso, anche se con un giorno di ritardo (causa mia imbranataggine con l' html...), ecco il secondo numero di BlogTime !!!

Lo troverete in una versione ulteriormente perfezionata, merito del lavoro eccellente della coordinatrice e ideatrice del progetto, Titty Cerquetti, e grazie alla collaborazione di tanti blogger di qualità.

I contenuti sono arricchiti di nuove rubriche e contributi pregevoli, la veste grafica è ancora più accattivante: avrete da leggere e gustare più di 80 pagine, dense di curiosità e approfondimenti, cultura, attualità e divertissement!

Non ho mancato di sottolinerlo nel post precedente ed è ben visibile anche in copertina... ad ogni modo, ve lo ricordo: su BlogTime, ci sono anch' io !!!
Con un pezzo singolo sull' universo Counseling e con una rubrica di posta -CounselingTime- che, nel suo esordio, ospita la lettera di una giovane mamma un po' in difficoltà.

Bene, miei cari, il numero 2 della rivista BlogTime, lo potrete scaricare in due formati, qui, sulla destra del blog, scorrendo di poco la pagina verso il basso, oppure in coda al post precedente!

Un bacio grande a tutti e a presto con un nuovo post.

P. S. A tempo perso, aspetto i vostri commenti (critiche comprese) su articolo e rubrica!!!

; )

Mara

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sabato 6 settembre 2008

News!



Miei cari, buon sabato a tutti!

Riepilogo spot per passare poi alle novità del post!

Ieri, gran soirée: prima puntata di Polifemo, il programma di punta del venerdì sera di BS - Blustar Tv -. Visibile in diretta, il venerdì a partire dalle 21, anche su Puglia Channel, canale 844 di Sky, per chi volesse darci un' occhiata dal resto del mondo!

Dunque, ore 21 la diretta, riprende il consueto approfondimento politico e della cronaca locale, con ospiti illustri del panorama politico cittadino, il dialogo diretto con il pubblico via telefono, sms, e-mail (modalità interattive che conosco bene, grazie a Stella), l' ampio spazio dedicato ai temi caldi dell' inquinamento, i disservizi e il dissesto finanziario.

Nel corso della trasmissione è stata anche presentata ai telespettatori la nuova appendice di Polifemo, ossia Polifemo Provincia, di cui sono protagonista, per uno sguardo approfondito sulla realtà dei Comuni della Provincia di Taranto in vista delle elezioni provinciali della prossima primavera.

Bene. Passiamo ora alle news!

L' immagine che accompagna il post è una ghiotta anteprima: la copertina del numero 2 di BlogTime, in uscita lunedì prossimo!

Sforzando un po' le vostre viste affaticate da taaaaante ore sui vostri pc, potrete vedere, in alto a destra, proprio sotto il ciuffo laccato della nostra biondina, il titolo del mio articolo "Professione Counselor", all' interno della rivista.

Dopo la lettura, ve lo garantisco, ne saprete molto, ma molto di più, sul Counseling! ^ ^

Bene, miei cari, per ora passo.

Vi auguro un weekend felice, di riposo o di pazzie, a seconda dei vostri bisogni del momento!

Un bacio grande a tutti e grazie di essere qui.

Mara


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      BlogTime Numero 2


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giovedì 4 settembre 2008

Il debutto.

La sensazione è stata quella delle guance in fiamme.Nessun bisogno di ricoprirle con entrambe le mani per sentire l' afflusso di sangue che brucia al tatto.
Il calore sgorgava dall' interno, sotto un sottile strato di pelle e, a macchia di color rosso diluito, si allargava arrossando la superficie.

Piccola, abbagliante novità: ieri, non ho avuto bisogno del blush.

...

L' appuntamento è per le 16, in tv.
Ecco, il mio debutto.

Ho un' esterna in Provincia, dovrò intervistare il capogruppo dell' opposizione di un piccolo Comune e fare delle domande alla gente per strada, in merito all' operato del nuovo sindaco. Entro le 18 il rientro, per la registrazione vocale della scheda che ho preparato.

Ora lo so, ne sono certa: non mi sono sentita così agitata neppure quando -me ne rendo conto solo adesso- con assoluta incoscienza, sono stata ospite di Maurizio Costanzo in diretta a "Stella", o quando il 12 marzo scorso è iniziata la mia avventura via webcam.

Sorprendentemente realizzo, mentre sono seduta in macchina con l' operatore che mi accompagna e chiacchiero del più e del meno, di aver vissuto quei momenti nella culla di un sonno dolce senza incubi...
Da autentica, assoluta, completa, inequivocabile, PAZZA... Da incosciente senza pari.
E di essermi buttata, con un paracadute striminzito, a diecimila piedi, da un aereo in volo, senza training nè istruttore.
E di essermi goduta lo spettacolo, divertendomi, come se a saltare, nuotando nell' aria, ci fosse un' altra, non io...
Il mio volo è stato senza fiato. Follia preziosa il salto, esaltante l' emozione del vuoto.
Un piacere senza peso, nè sogni, senza futuro.
Nessuna paura. Nessuna incertezza. Nessun dubbio.
Niente terra visibile, nè facce curiose o speranzose, spaventate o gelose.
Nulla.
Il vuoto.
Solo io.

...

Insomma, ieri è andata. Debutto alle spalle.
Non è più tale, e come chiamarlo allora, visto che il nuovo è così nuovo per me, da sentirmi ancora con indosso le vesti chic dell' ingresso in società per signorine di buona famiglia?

Domani si riparte. Con la diretta. Prima serata e passi la paura.
E' un imperativo: non passa, ma passi la mia paura.
E' l' auspicio, forse un po' dispotico, di chi ora ci vede, ha gli occhi bene aperti della sadica ragionevolezza, dorme con difficoltà e incespica con la lingua...

E' la certezza di chi sa che è diventato un lavoro, ma la pace c' è, ed è tutta nella stretta toppa d' oro in cui infilare la chiave di un lieve, insensato, piccolo, divertimento.

Mara

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lunedì 1 settembre 2008

Sole di mezzanotte.

Primo Settembre.

Miei cari, buongiorno a voi.

Estate strana questa.
Estate singolare, senza fermate.
Senza pensilina o panchine di salvataggio, senza occhi che si chiudono all' ora della siesta.
Senza troppo sole, mare, riviste da spiaggia, ultra-abbronzanti e cheers notturni.

Un' estate di pelle che muta.
Un' estate che attende e prepara il futuro.
Un' estate di pensieri e riflessioni, di strategie e motivazione, di impegno, studio, parole.
Un' estate che è passata con una mano leggera di carta abrasiva sulle pareti da ridipingere, e mi ha colta, così, quasi di sorpresa.

Un' estate di cambiamento, che mi ha già cambiata un po'.

...

Vi capita mai di sentire, come fosse un lieve brivido sulla pelle, che il tempo, presto, non sarà più lo stesso?
Vi capita, talvolta, di avvertire la temperatura che muta, che scende leggermente o ha un picco, da uno starnuto improvviso che non riuscite a trattenere?

Qualcosa è cambiato.
Fugge mai da voi questo pensiero, o la sua esplicitazione sale alle labbra, quasi a leggere nella mente, prima che lo abbiate filtrato con ragione e volontà?

Qualcosa è cambiato.
Ecco, l' ho detto.
E qualcosa continua a cambiare ora, adesso, mentre sono qui che vi scrivo.

...

Ferzan Ozpetek ha scritto, e poi girato, Saturno Contro, mentre aveva effettivamente Saturno opposto dall' Acquario.

L' ultimo suo passaggio in Pesci che io ricordi, risale invece circa a quindici anni fa.
Forse è un caso, ero al liceo, è rimasto indelebile, tutto rivoluzionato. Non in meglio.
Le precipitose occasioni di vedere, spalancando gli occhi, di chiarire la visuale della vita davanti, la stretta al giro di boa, la forzatura ad un impegno adulto, ragionevole, hanno girato a vuoto, come sotto l' effetto straniante della musica di un carillon scordato, con me, ballerina al centro, che danza contro tempo.
Insomma, l' effetto di rivoluzione non è stato di crescita veloce. E' stato di stasi.

Duemilaotto nuovo passaggio.
Ora sono pronta.
Un po' di rincorsa. Non è presto, non è mai completamente tardi, non sono in anticipo, ci sono.
E questa volta, mi dico, non mancherò il mio colpo del cambiamento.
Afferrerò saldo nel pugno il laccio della necessaria consapevolezza.

...

Perchè Sole di mezzanotte?
A dire il vero, non lo so. E' venuto fuori libero e solo, questo titolo.
Mi piaceva il suono.
E l' accostamento di due concetti lontani, antitetici.
Forse, la suggestione -nascosta nell' inconscio che tutto conserva e mette al macero- che una sintesi è sempre possibile. Pur se veloce, eccessiva nel suo sopraggiungere, pure se capace di ferire gli occhi e impossibile da vivere nello scorrere quotidiano del tempo.

Come il sole a mezzanotte, che non lascia parole, si fa guardare con l' ammirazione e il timore ancestrale al cospetto di una natura grandiosa che fa, senza domandare.

Come il sole a mezzanotte, aiuta a pensare che esistono momenti in cui davvero tutto, è pur sempre possibile.


Mara

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