domenica 24 agosto 2008

Piccolo elogio di Pomi d' oro al sapore di sole.


Boule rosse, sfere lucide,
cuori di purea, piccioli duri.
Pelle sottile, grinze vicine,
aperte fessure al tocco,
senza dolore, senza volere.

Acqua dolce che scende, chicchi piccoli con areola scura,
vertici rigidi, nella polpa molle.
Colore maturo, fibre screziate.
Pienezza di rotondità setose e tubercoli impropri che spuntano timidi, colpevoli.

Acerbo sapore, agre tocco al palato, piacere a metà.
Gusto dolce, tonalità sanguigne e vive, sapidità scaldata dal sole.

Creature di natura avara, cresciute in culla calda,
un rivolo d' acqua e terra grassa per nutrimento.
Riempiti di sapore di sole, emersi da campagne rosse e dure, protetti da maglie strette, scure.
Coltivati con il fiato, ammirati nel desiderio,
adorati nello splendore del colore del fuoco.

Preziosi frutti di un piacere che va perdendosi, in un ricordo lontano, dall' oro sulla lingua della memoria.


Mara

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giovedì 21 agosto 2008

La staffetta.


Miei cari,

lo so, lo so, LO SO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sparita, volatilizzata, muta!
Tutto che langue, senza vita, nè movimento...
Blog morto, defunto, fisso e inespressivo come l' immagine del cerchio arcobaleno della Rai in notturno!
Persino a me, passando di qui, sembrava quasi di sentire il bbbbbbbbbbbbbbiiiiiiiiiiiiiiiiiiippppppppppppp odioso e statico in sottofondo...

Alla fine, però, eccomi.
Allungata di qualche giorno sul piano di partenza ma, in definitiva, più carica e più felice!

^ ^

Le vacanze, a pensarci, dovrebbero avere questo effetto, salvo che per i workalcolizzati, con cui, oggi, francamente mi sento più che mai solidale: stiamo piano piano arrivando ad esserlo un po' tutti, magari nel segreto, in un posticino nascosto, dei nostri pensieri più pestiferi e petulanti...
AIUTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ad ogni modo si riparte.
L' autunno in arrivo, mi attende con un paniere carico, pieno, di piccoli punti interrogativi rossi e rutilanti che mi avvolgono a spirale come un turbine.
Mi aspettano molte novità ed esperienze mai affrontate prima, che andranno a braccetto con impegni e attività di lungo corso che si avviano, invece, al loro naturale compimento.
Ecco perchè, l' immagine della staffetta mi è sembrata la più adatta e lieve.

Nella staffetta, in realtà, ci sono sempre più corridori. Qui, invece, sono io stessa a darmi il cambio e, a passare di mano, sono i diversi compiti e obiettivi che, nella agenda del mio pensiero, sono segnati in scaletta.

Nella vita mi butto. Mi sono sempre buttata.
Non ho paura, sono spericolata.
Pur odiando salire in moto, la velocità oltre i 140 all' ora, tornare a casa tardi da sola, i tuffi dall' alto, le parole spinte in là oltre la soglia della concordia...

E così mi preparo a saltare anche questa volta.

Sento il brivido della sfida e l' adrenalina sparata sotto pelle non appena si accendono le luci e si alza il sipario e lo sparo del via rimbomba nel cavo auricolare...

Come tanti, oggi, amo cambiare involucro e cerco nuovi lidi da toccare.
Allo stesso modo, desidero braccia solide che mi accolgano e occhi sicuri in cui specchiarmi.

Da bambina mi angosciava la favola della moglie del pescatore che, divenuta regina per grazia, volle essere imperatrice e finì così nella polvere...
Morale antica; metafora moderna.

Per ora metto un punticino.
Perdonate questo post sconquassato, il prossimo, prestissimo, avrà il sapore del sole!

Vi bacio tutti con affetto, grazie per esserci stati e per aver avuto pazienza.

Mara

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domenica 10 agosto 2008

Una settimana di vacanza.


Miei cari tutti,

sono arrivate anche per me, hip hip hurrà, le brevi, attese, sacre vacanze.

Brevi, perchè si estendono giusto da oggi fino a domenica prossima.
Attese perchè mi permettono, finalmente, di ricongiungermi con il mio amato fidanzato che non vedo da due mesi.
Sacre perchè, pur per chi resta a casa, non andare al lavoro per qualche giorno, significa un sacrosanto staccare da impegni, stress, scadenze, doveri e... colleghi! ^ ^

La mia settimana la trascorrerò ad Ostuni, gioiello della Puglia, conosciuta con molti appellativi diversi: la "città bianca", per via delle sue mura a calce bianca e, persino, la "torta"! Infatti, non si vede granchè dalla foto che ho postato, ma dall' alto o da lontano, ha davvero la forma di una candida torta nuziale a più piani! : D

Vi abbraccio tutti con tanto affetto.

Se possibile, cercherò di fare delle "capatine", per rispondere ai vostri commenti: mi manchereste troppo, se no!!!

Ci ritroviamo qui tra una settimana per i nuovi post.

Lo so... sono stata parecchio girandolona in questa estate ma, si può dire che, queste siano le mie prime vere vacanze e ne ho bisogno davvero!

Un bacio immenso.
Vi penserò.

Mara

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giovedì 7 agosto 2008

Solo.

Io, volevo solo nuotare.

Volevo danzare. Leggero, fluido, senza peso.
Volevo avvilupparmi come tralcio d' uva fra le correnti.
Volevo la pelle d' oca. Volevo i brividi.
Volevo il tocco che scorre freddo.
Volevo riparo, dal calore che brucia, in un agosto senza nuvole, senza vento.
Volevo sentirmi salato, sapere che ci sono, vivo, leccandomi un braccio.
Volevo il mare mio.

Solo mio.
...

Là, dov' ero, non si butta nessuno.
Porta male, porta grane, porta malattie, malanni: sei morto e non lo sai.

Io mi sono buttato.

Per un momento solo, un attimo silenzioso, un istante fermato nel tempo, ho goduto.
Sono stato bene.

Non avevo vestiti. Non avevo denti, non avevo grasso addosso, solo ossa macinate, pelle arida e macchiata.
Il mio mondo era nascosto. Dentro un arbusto basso e seccato.
Pochi avanzi di stoffa senza nome, pagine cotte al sole di giornali letti e non capiti, foglie e stoppie ad accogliere la schiena nel buio.

Mi sono buttato.

So che mi apriranno, mi taglieranno, frugheranno dentro le mie viscere e nel sangue raggrumato, per trovare un come, per buttarmi senza nome ma con un perchè.
Un perchè innocente, un perchè di attenzione, un perchè di scuse...

Innocenti, colpevoli, santi, assassini: mai conosciuta giustizia e mai invocata.
Mai creduta. Mai pensata. Mai attesa.

Mai voluta.

Io, volevo solo nuotare.

Volevo danzare come re delle onde. Volevo librarmi senza più pesi. Volevo prendere fresco, senza chiedere niente.

Solo al mare, sì, di fronte ai mei occhi.


In memoria di un senza nome.
Ripescato ieri, a pochi metri dalla riva del lungomare di Taranto.


Mara

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martedì 5 agosto 2008

Citronella, calzoni e insetti curiosi.

Quando ero piccola, le mie estati profumavano di citronella.

Sapevano di ghiaccioli al gusto amarena, di monticelli densi di panna montata, di calzoni fritti e frise, con tanti semi di piccoli pomodori rossi, spremuti nell' olio.

La citronella avrebbe dovuto far paura alle zanzare. Farle scappare.
L' odore era pungente, acre, quanto gli intrugli che mi applicavano sui ponfi mai davvero diminuiti... Gonfi, color rosso ciliegia sulla pelle bianco latte; carminio brunito quando si faceva scura, sul finire dell' estate.

La villa al mare era ogni anno diversa, il motivo sempre lo stesso: la popolazione fantasiosa di specie indistinte di animaletti battaglieri, assolutamente inamovibili.
Morivano a centinaia, altrettanti se ne ripresentavano.
L' opera di disinfestazione veniva accuratamente preparata sulla carta e messa in atto pochi giorni prima dello stanziamento. Era una fonte fagocitante di ansie e orrori: in casa mia c' è sempre stata un' orgogliosa avversione per qualunque cosa non superasse i pochi millimetri, non emettesse suoni, nè odori, nè facesse venire una particolare voglia di osservarla da vicino.

Una notte, un filo invisibile vide calar giù dal soffitto basso, a piombo, sulla gamba di mia madre rapita da Wilbur Smith, una pallina scura a forma di testa, con numerose gambe e braccia, tutte della medesima lunghezza e dello spessore di un filino di nylon.
Un solletichino, la coda dell' occhio, un urlo e un salto! Ma da dove era saltato fuori? Avevano pulito così bene!
...

Casa depennata. Ultime tre settimane a guardarsi le spalle l' un l' altro, scattando sull' attenti al formicolio più magro e immaginario.

La nostra estate era anche i calzoni fritti.
Li compravamo al chiosco vicino alla spiaggia, di rimpetto alla piazzetta del paesino di villeggiatura. Non era tempo di concorrenza e si affollavano tutti là, accaldati e pressati, con i numerini sventolanti fra le dita.
Odore di crosticine e angolini croccanti, di cuori di pasta panciuti e roventi, di sughetto lento e mozzarellina bollente che filava fino in cielo...

La carta bianca oleata offriva il tesoro in mano: subito fuori trionfanti, attesa finita, papille pronte, voglie ad un paio di soffi dalla soddisfazione, giusto per raffreddarle un po'.

L' estate finiva a settembre inoltrato.
La mia, gli ultimi giorni di agosto.
Nuove valigie; nuove pulizie nervose; nuovi spot di astucci, diari, gembiuli e cartelle.

Il grembiule, sì, mi consolava parecchio.
Ci sarebbe stato da sceglierlo: colletto largo e merletto, fascia in vita, maniche a sbuffo o disegni sul petto?
Ne avrei avuto di da fare!

L' anno scolastico sarebbe cominciato presto, di certo con nuove avventure interessanti... compagni cresciuti, emozionanti prove da prima della classe da superare con un bel "Bravissima"!
...

Profumo di autunno e di pioggia.
Lo amo ancora.

Estate alle spalle e senza nostalgie.

Mara

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venerdì 1 agosto 2008

Omaggio a Stefano: ottimo scrittore, persona di grande umanità.

Miei cari tutti,

in questo primo weekend di agosto, ho pensato di coinvolgervi, qui sul Blorum, nel piccolo omaggio che desidero fare ad un ottimo scrittore e ad una persona di grande sensibilità e umanità conosciuta di recente: Stefano De Sanctis.

Stefano l' ho incontrato durante la mia settimana di formazione in Counseling a Roma.
Stefano è un Counselor professionista da più di quindici anni, lo si può, a ragione, definire un pioniere della professione, in tempi in cui il Counseling, in Italia, era davvero il grande sconosciuto.
Oggi è un formatore apprezzato e un operatore di grande esperienza.
Ho partecipato al suo workshop "Dalla scrittura alla musica", un laboratorio di scrittura creativa autoliberante, che mi ha lasciato emozioni intense, esperienze di condivisione così piene e ricche che le porto dentro come un fuoco che continua ad alimentarsi giorno dopo giorno.
In quella sede, abbiamo scoperto la passione condivisa per la scrittura, e Stefano ha voluto farmi dono del suo primo romanzo," Giorgio", che sto leggendo con molta soddisfazione.

A Stefano, al fine scrittore, all' esempio professionale, alla persona sensibile e attenta, dedico un piccolo omaggio sul mio blog: la pubblicazione, nel post che segue, del suo toccante racconto breve "Inversioni".

Poche righe, fuggono. Le si legge in apnea.

Mara

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Inversioni


Si rannicchiò sotto al piumone ed assaporò, prima di addormentarsi, il piacere tenue della fine. Rivolse pensieri benevoli alle persone care. L’ultima immagine fu di se stesso: su una panchina di legno poggiata su una piattaforma di cemento, di fronte all’isola, al sole freddo di una mattina di tramontana che insisteva a sferzare un cielo ormai pulito. Dormì contento pur sapendo che, probabilmente, al mattino successivo, come tutte le mattine, si sarebbe svegliato.

Stefano De Sanctis
http://stefanoinblog.it/

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