giovedì 18 settembre 2008

Sciopero!


Ore 7.30, ieri mattina, telegiornale locale.
Il presidente di una delle associazioni dei consumatori, con voce tentennante e senza troppa convinzione, parla di sciopero.
C' è una conferenza stampa in programma, il tema è lo sciopero, le signorie vostre sono invitate.

Tazza di caffelatte sotto il naso, testa appena pendente verso il basso causa sonno cattivo, la mia attenzione fa un balzo in avanti, con interesse vivo al seguito: SCIOPERO?!
Ah... Gli occhi vanno al cielo sognanti, i ricordi arrivano al galoppo... ho sempre amato quella parola! ...
Aspettare fuori scuola, pretestuose automotivazioni sogghignanti... la prima ora che passa, poi un quarto della seconda, finchè è fatta, si va a casa, o meglio, a far vasche, in su e in giù, per il corso principale...
Ah...
Sì, confermo, mi è sempre piaciuto!

Qui, però, c' è qualcosa in più: lo scopo è reale, la protesta è per equi diritti, il boicottaggio civile è contro mastodontiche, invisibili, speculazioni! ...
Sì, confermo di nuovo, sono a casa mia: questo sciopero è davvero pane per i miei denti!

Ho appena nominato il pane e di pane in effetti si tratta: lo sciopero ha un nome ben preciso, un sapore di croccante superficie cotta nel forno e morbida mollica bianca a bolle, di cui cassare l' acquisto per un' intera giornata.

18 settembre 2008 "Sciopero della pagnotta".

Consumatori offesi e spolpati peggio che nella caverna di Polifemo, hanno occasione di dire la loro, simbolicamente, è vero, ma, pure se si tratta di un fiacco pugno in un occhio, al caro ciclope che ne ha uno solo, magari qualcosina gli fa!

Niente pane per tutta la giornata. E/o, niente pasta, niente rifornimenti di benzina, solo prodotti locali, stop alle telefonate via rete mobile per almeno tre ore, luci spente la mattina.
Cinque proposte come espressione di stanchezza e rabbia, più che mai civile.
Il principio antichissimo del boicottaggio che, in effetti, con la sua forza, ha prodotto casi curiosi nella storia, divenuti rappresentativi dello spirito coriaceo di alcune popolazioni.

Penso, per restare in tema di pagnotta, al pane umbro senza sale. Il famoso pane sciocco.
Molti conoscono le origini di un uso così unico: nacque dalla contestazione contro la tassa sul sale, introdotta da Papa Paolo III nel 1531, nel territorio dello stato Pontificio.
Insomma, gli umbri ne fecero a meno, e da necessità fu creata virtù: il pane sciapo, a detta di molti, esalta i sapori dei cibi cui si accompagna, proprio poichè non li copre con il proprio.
E via con salumi, formaggi, sottoli, marmellate, miele...

Oggi, con lo sciopero della pagnotta, non c' è in gioco una scelta alimentare ab aeternum, non è richiesta la tempra degli antichi, solo l' astensione di un giorno e la riflessione che ne può derivare.
Penso a quando, qualche anno fa, Papa Wojtyla proclamò un giorno di digiuno come preghiera e sacrificio per la pace.
Volli farlo anch' io, e per la debolezza, mentre correvo, come sempre, da una parte all' altra di Siena dove mi trovavo per studio, caddi...
Fu un' esperienza, quella del digiuno e della relativa astenia, che mi fece riflettere molto...
Mi aiutò, da un lato, ad assaporare il piacere del sacrificio e dell' impegno, in vista di un obiettivo condiviso, dall' altro, a meditare sul senso dell' abbondanza, dello spreco, della fame.

Insomma, tirando le fila di questo post già fin troppo lungo, ho aderito allo sciopero e, oggi, a casa mia niente pane di forno o di supermercato, solo pane fatto in casa, impastato a mano, ieri, con gusto e soddisfazione.

Nel pomeriggio inoltrato, dopo l' esterna per "Polifemo Provincia", vuoi per l' adrenalina ancora in circolo, vuoi per prolugare il senso di gratificazione e la mia percezione di autoefficacia, ho deciso di fare il pane da me.
Non era certo la prima volta, ma era la prima volta da un bel po' di mesi a questa parte.
A casa ho tutto l' esistente per fare il pane, la macchina che impasta e cuoce nel suo cestello, la tradizionale impastatrice ma, stavolta, ho preferito lavorare da me, sentire la pasta compattarsi e crescere, riscaldarsi e allungarsi, farsi elastica, sotto la forza delle mie mani.

L' effetto autogratificazione non conosce fatica, nè stanchezza.


Mara

P. S. Piccolo dettaglio "statistico": da un chilo di farina (tre parti di Kamut e una di semola) ho prodotto un chilo e trecento grammi di panini e grissini.
Direi che il piacere e il risparmio, se non di tempo, di moneta, sono assicurati.

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21 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

...Mara mia, dove sei sparita?
Stai ancora impastando pane?! ;)
Baci, Ari

19 settembre 2008 alle ore 10:46  
Blogger Mara ha detto...

@Aria: tesoro, che dire... solo che, in effetti, sono tutta "IMPASTICCIATA" in questi giorni!!!
Sai quando impasti e, all' inizio, la pasta prima di assestarsi, si appiccica alle dita e diventa colla?

Così sono messa io, in questo periodo!!! Tra le mille cose, ho ripreso anche i libri in mano perchè la prossima sessione voglio assolutamente chiudere il mio ciclo di studi!

Un bacio immenso!

19 settembre 2008 alle ore 11:06  
Anonymous Anonimo ha detto...

Io adoro fare tutto da me, ma nel pane non mi sono ancora cimentata. Forse perché ho un forno davanti a casa.. O forse perché c'è già una mia amica che lo fa buonissimo!
Ieri Tamara mi ha regalato un po' del suo, di quello nero di 5 cereali con semi di girasole. Buonissimo!! Basta un filo d'olio per gustarlo..

PS. Anche in Toscana mangiamo pane senza sale, ma non ne conoscevo la storia..

PPS. Sono le 13,30.. Posso svegliarti adesso?? ;)

Baci!
ElenaGT

19 settembre 2008 alle ore 13:28  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ti sei buttata nel sociale, a quanto vedo. Non è possibile rimanere indifferenti di fronte allo sconquasso che sta investendo la società, non solo di quella italiana bensì europea. L'Alitalia è un altro colpo, ma come bene ha detto chi oggi rischia il posto di lavoro "Meglio falliti che in mano ai banditi!". Piccola nota per introdurre il caro prezzo sui generi di prima necessità: mentre i beni succedanei calano di prezzo - vedi telefonia, pc, ecc. ecc. -, i beni di prima necessità come pana e pasta raggiungono prezzi incontrollati. E' sì vero che c'è stato il rialzo del prezzo del petrolio e alcuni incidenti atmosferici, ma il profittamento che si sono presi è evidente. Togliere il pane di bocca è il primo passo per portarlo all'esasperazione e il governo che non interviene ha il suo interesse a non fare da calmiere. Chi può - pochi purtroppo - fanno bene a tenersi caro il proprio forno.

Mara, se vorrai leggerlo ne sarò ben felice così come sarò disponibile a rispondere a tutte le domande che vorrai. Ma ti avverto: anche dalla parte dell'intervistato sono un osso duro. :-)

Un bacione grande e buon pomeriggio,

Beppe

19 settembre 2008 alle ore 14:32  
Blogger Mara ha detto...

@ElenaGT: Elena cara, sì, ora puoi! La tua vista ha riempito così tanto i miei occhi che ora posso anche riaprirli!!! Eh, eh, eh! ^ ^

Tu sei una cuoca nata, dunque ti verrebbe benissimo anche il pane, a me piace pensare che la cucina sia un fatto di sensibilità e intuito più che di prassi e ricette!!!

Il pane con i cereali lo mangiavo sempre in toscana... DELIZIOSO!!! Io non so farlo e quindi ho dovuto rinunciare a quel sapore, purtroppo... Se però Tamara volesse fare un' opera di carità e passarmi la ricetta... ; )

Elena, sai che la storia del pane sciocco toscano è diversa da quella del pane umbro?
(Detto fra noi, dipende, ehm, da una nota rivalità fra fiorentini e pisani, questi ultimi resero difficile il trasporto del sale che così fu eliminato nella zona di Firenze; poi, giacchè il sale era notoriamente costoso, i toscani, via via, ne ridussero l' uso all' osso!
Insomma la rinuncia al sale, in Toscana, rispecchia, a mio avviso, due aspetti caratteristici di un popolo che, come sai, amo molto: passionalità e veemenza, parsimonia e sobrietà).

Tanti baci!!!

19 settembre 2008 alle ore 15:10  
Blogger Mara ha detto...

@Beppe: non ho davvero dubbi sul fatto che tu lo sia e anche che trovare domande adatte a te non sarebbe opera semplice!!!
Ad ogni modo, io amo le sfide!!!

Quanto al tema del post, beh, come sai la gente in Italia sta stringendo la cinghia persino sul cibo, sono calati e tanto i consumi alimentari, mentre quelli dei beni accessori erano già crollati da un pezzo!

Che dire? E' terribile e non ci sarebbe altro da fare che far sentire sempre più forte la propria voce, anche se, temo, anche questo stia diventando, oggi, un' utopia, per molte e complesse ragioni...

Un abbraccio a te!

19 settembre 2008 alle ore 15:15  
Anonymous Anonimo ha detto...

Iniziamo con Sciopero... I miei erano terrorizzati da quella parola e alle prime minacce di sciopero mi riportavano a casa, "così non sta in giro per le strade a sprecare tempo."
Scioperi io non ne ho fatti, non per non condividerne i principi, ma perchè erano considerati "sconvenienti" e "pericolosi" per una "brava ragazza" come me... I digiuni e le astinenze, soprattutto quando ncitati da figure carismatiche come quelle del nostro Papa Giovanni Paolo, quelli sì, li ho fatti.
E mi piacevano e mi piacciono ancora. non solo per quel senso di rifiuto manifesto e giustificato, ma soprattutto per il valore che le cose acquisiscono dopo. Quella crosta di pane, quelle molliche un po' umidicce e piene di bolle, fragranti e profumate (ma non pane sciocco, per carità!) assumuno un sapore unico, speciale, come la vita, come il sole che sorge, come l'aria che ti sferza il viso al mattino o il gelo che ti fa crepare le mani. Aspetti naturali e meravigliosi, tanto duri quanto belli. Indispensabili. Ti fanno sentir viva.
Almeno per quanto mi riguarda.
E così, tra un rifiuto, un'astinenza, una ripicca trasversale all'immagine di ragazzina troppo per bene, cucino... Proprio ieri l'altro ho fatto un dolce. tra le mie pagine ne potrai gustare l'immagine ancora tiepida di forno.
Il pane lo fa nonna, nel forno a legna, ogni quindici giorni. Prima o poi ti mostro il suo pane. Che s di ricordi, di antico, di famiglia, di rancori e di disappunti, di fatica e di reumatismi, di condivisione e insomma... anche un po' di me.
Bentornata Mara :)

19 settembre 2008 alle ore 16:54  
Blogger Mara ha detto...

@Gdn: Tesoro, sono al volo, di corsa prima di crollare...
Tornata a casa dopo la diretta mi sono buttata di corsa a fare la valigia perchè domani sono di matrimonio. A Pescara si sposa una mia cara amica dei tempi della scuola, la prima del nostrro gruppetto storico di amici... Che emozione!!!

Grazie di cuore per le sensazioni vivissime e intense che riesci a trasmettere con le tue parole.
La tua vita e i tuoi ricordi hanno un respiro molto bello, ampio e significativo.
Ti mando un bacio immenso!
Al mio rientro verrò subito a guardare il tuo dolce e poi, chissà, magari ti chiederò la ricetta di tua nonna: un tesoro preziosissimo.

20 settembre 2008 alle ore 01:08  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ma senti senti che bastardi erano i Pisani! E ci credo che c'hanno fatto pure un detto (che qui pubblicamente non mi sembra il caso di divulgare)..
Però a me il pane sciocco piace e quindi mi va bene così!
Per la ricetta chiedo alla Tamy, anche se forse il problema potrebbe essere quello di trovare le farine giuste. So che lei fa scorta in un negozio perché le trova solo lì..
Ti faccio sapere!

Buon wend!!
ElenaGT

20 settembre 2008 alle ore 12:57  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ecco perché ieri una vicina di casa (dei miei) ci ha portato il pane fatto in casa... magari si era lasciata coinvolgere anche lei.

PS: Io ho il forno rotto da più di un mese! :(

21 settembre 2008 alle ore 15:42  
Anonymous Anonimo ha detto...

Il commento era dell'Imp scrocchiatello...

21 settembre 2008 alle ore 15:43  
Anonymous Anonimo ha detto...

Mmh...il profumo del pane. io adoro il pane. a casa ho pure il forno a legna....e il pane condito con pomodoro tonno basilico formaggio....mi sta venendo una fameeeee! un bacio cara

22 settembre 2008 alle ore 15:58  
Blogger Mara ha detto...

@ElenaGT: Grazie Elena super e grazie alla Tamy!!!
Beh, sono rientrata giusto ora, ho appena letto il tuo commento e già incrocio le dita!

^ ^

Baci cara e a domani!!!

22 settembre 2008 alle ore 22:58  
Blogger Mara ha detto...

@L' Imperatore: forno rotto da più di un mese???
Imp bada di non tentare la crocerossina che è in me!!!

: D

22 settembre 2008 alle ore 22:59  
Blogger Mara ha detto...

@Roberta: Roberta cara, che gioia ritrovarti qui! Ti pensavo tanto e desideravo scriverti... senza riuscirci, ahimè! Questo tempo tirannissimo...

Posso venire a fare il pane per te nel tuo forno????????????
Cotto nella brace deve essere insuperabile!

Ti abbraccio e ti mando un bacio grande, grande!

22 settembre 2008 alle ore 23:03  
Anonymous Anonimo ha detto...

Mara sei sempre dolcissima!!!! Certo che puoi.....ma non so quanti km ci separano...comunque sia, se mi pensi vienimi a trovare sul blog di messenger. aspetto sempre con ansia la tua visita perchè so che quando scrivo sei molto vicina a me. Un bacio e un abbraccio.

P.S. aspetto un tuo nuovo post!

23 settembre 2008 alle ore 09:11  
Blogger Mara ha detto...

@Roberta: Sì, mia cara, verrò senz' altro! E' una promessa.

E, nel pomeriggio, post nuovo nuovo di zecca!

Un bacio grande.

23 settembre 2008 alle ore 09:46  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao Mara V.
Adoro cucinare..ieri sera non avevo voglia di uscire per una pizza con le amiche..l'ho fatta io..BUONISSIMA! E sai quanto abbiamo risparmiato??
E' bello far tutto (o quasi) con le proprie mani..
Ti abbraccio forte!
Ritetta

23 settembre 2008 alle ore 16:14  
Anonymous Anonimo ha detto...

ciao maretta mia, sempre bello leggertiii
pat

23 settembre 2008 alle ore 17:48  
Blogger Mara ha detto...

@Ritetta: Cara, posso solo immaginare che delizia hanno prodotto le tue mani!
Sono d' oro e lo sai!!!

; )

E' vero: toccare, vedere, annusare, gustare, l' opera delle proprie mani, è un piacere che ha pochi eguali.

Un bacio mia cara!!!

23 settembre 2008 alle ore 18:50  
Blogger Mara ha detto...

@Pat: Pat, la tua presenza illumina questa pagina dei commenti.

Da te ho imparato moltissimo.

Un bacio grande, con tanto affetto!

23 settembre 2008 alle ore 18:52  

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