lunedì 24 novembre 2008

My space.

Un paio di settimane fa.

Sabato.

Al GAP di Bari.

"GAP" è un acronimo curioso e moderatamente attraente che sta per "Giovani Artisti Pugliesi".

Una rassegna d' arte contemporanea di qualità, under trenta, giunta alla terza edizione; un premio all' ingegno, alla creatività che si fa critica e lettura sensibile della società, esposizione di padronanza del mezzo espressivo più vario e di rottura, specchio di mondi immaginativi e background e storie personalissime, lasciati liberi di fluire e di manifestarsi.

Non sia certo, questo del "Blorum", lo spazio della critica incompetente. E' solo uno spunto la mostra, per pensare ad altro. Per un volo pindarico, per andare oltre, pur restando nel mio. Un tornare indietro con il filo del tempo, per sfiorare un' emozione che ahimè, e chiedo perdono di questo all' artista Agata Difino, ha poco a che fare con la sua opera "My space", un' installazione spettacolare, metafora del valore del vivere, illuminato da piccole , innumerevoli luci, in pochi momenti di enorme buio nero.

Il mio spazio , la mattina di un sabato al GAP, è stata la notte.

L' incontro con la più nera, respingente, spaventosamente vorace, oscurità.

Quel giorno, le luci erano spente.

I mille lampi che avevano la missione di fendere e aprire il buio per far posto all' essenza della vita, simbolo della luce oltre le tenebre, l' intero lavoro di ricerca e riflessione dell' artista, quel giorno, erano fuori servizio. Organizzatori, personale presente o chi altri, non so, avevano spento la luce e la cabina a pannelli di cartongesso che ospitava il gioco di legno, vetro e led luminosi era immersa in una notte nera, senza stelle e luna, sebbene fossimo in una mattina assolata e calda.

Ero lì, davanti alla tenda scura e spessa che copriva l' ingresso della cabina.

Ero lì e ho scostato appena un lembo e messo dentro un pezzetto di testa, giusto per vedere che cosa mi attendeva, una volta dentro.

Mi sentivo incerta, anzi, sconcertata... Non vedevo.

Non vedevo nulla.

Se entrassi -mi dicevo- potrei cadere, sbattere contro qualcosa, essere assalita da creature misteriose, perdere l' orientamento...

In quel momento ero sola.

Per natura io tento. Non mi tiro indietro. Sono maledettamenre curiosa, amo le sfide. Le più piccole come le più ardite. Provo sempre. Ma non sono imprudente, nè incosciente.

E lì non rischiavo nulla, in fondo. Bastava mettere le mani avanti...

La camera è oscura a dir poco. Non vedo sagome nè contorni.

Sono respinta verso l' uscita da questa sensazione opprimente di buio che mi avvolge. Lo sento, lo percepisco, è come un' ombra gonfia che si accomoda attorno a me. Mi mangia i confini.

Gli occhi non sono pronti e l' oscurità resta densa e nera.

Poi, è un attimo, espiro, mi rilasso.

Poco a poco i toni del grigio si tendono nelle loro maglie fitte e distinguo le forme in cui sono immersa. C' è uno specchio, è alla mia sinistra. Mi avvicino, troppo, quasi ci attacco la fronte su, voglio vedermi, voglio vedere il mio viso... Niente.

Solo una linea accennata della bocca. Nient' altro.

Mi giro attorno, allungo in avanti le braccia; le allargo, ho spazio. Sto bene.

Mi sento molto bene.

Scorgo una sedia in un angolo. In questo momento ho voglia di restare qui. Mi siedo.

E' davvero sorprendente, ora vedo. Il buio è diventato una dimensione sospesa. Intensa. Di nudità.

Accanto al buio si è posizionato un silenzio irreale. Posso pensare, è uno spazio, il mio, di solitudine interrotta solo dal circolo dei miei pensieri e dalla pace dello straniamento che diventa dimensione di riposo e quiete, che giunge ad interrompere la giostra del quotidiano.

Penso che vorrei restare. Non uscire più.

Qualche giorno più tardi, parlando con Gabriele Benefico, un artista di grande ispirazione, contemporaneità e impatto visivo, le cui opere esposte al GAP mi avevano attirata lì, ho scoperto che l' installazione "My Space" io non l' avevo vista. Tutto era spento, non c' era l' opera, era stata dismessa...

Sono rimasta a pensarci... Quel buio a me aveva detto tanto.

Ogni tanto ho davvero bisogno, come tanti, di silenzio.

E di tenere gli occhi chiusi. Con due mani sopra, a impedirmi di riaprirli.

Mara

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15 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao Mara, erano mesi che non visitavo il tuo blog.. ma capirai bene il perché. Sono contentissima del libro.. Mi dispiace, invece, per il tuo "capo". Come sta ora? Va migliorando? Bellissimi i richiami ai 2 cantanti.. lei l'ho vista sempre solo per tv .. era 1 persona che mi "prendeva". Il lato poetico di lui l'ho conosciuto al concerto a Si, dovrebbe farlo emergere di più. Ti abbraccio forte Stef

24 novembre 2008 alle ore 18:44  
Anonymous Anonimo ha detto...

Sul post di oggi, che dire... io penso che la vista è sì una cosa meravigliosa e necessaria(lo sa bene chi non ce l'ha), ma noi uomini ci lasciamo troppo prendere dalle "manifestazioni" tralasciando ciò che non vediamo, le sensazioni. Dovremmo imparare, io per prima, a recuperarle.:) Stefania

24 novembre 2008 alle ore 18:50  
Anonymous Anonimo ha detto...

Carissima Mara, ho letto su Facebook, qualche giorno fa, dell'incidente occorso al tuo capo. Apprendo adesso che purtroppo gli è stato ferale. Me ne dispiace, anche perché leggendo il tuo post da basso "in stand by", mi accorgo che eri molto legata a quest'uomo che ti ha aiutata perché credeva in te. Mi spiace dunque molto che una persona di valore sia scomparsa.

Vedere. Ma sono tantissime quelle volte che non vediamo, seppur di fronte a fatti e cose. Riflettevo su un articolo confessione su Bocelli, che questo tuo post mi ha richiamato alla mente. Bocelli rimase cieco a seguito di una forte pallonata ricevuta in faccia all'età di 12 anni. Con molta serenità Bocelli si racconta in maniera tolstojana.
In caso non avessi letto l'articolo, mi permetto di segnalartelo, perché credo sia utile, perché insegna qualcosa di importate con serena umiltà:

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/persone/andrea-bocelli/andrea-bocelli/andrea-bocelli.html?ref=hpspr1

Forse sono andato un po' fuori tema, ma forse no. :)

Carissima Mara, ti abbraccio con tanta amicizia e stima. E ti auguro una serena serata.

Beppe

24 novembre 2008 alle ore 19:50  
Blogger Mara ha detto...

@Stefania: mia cara, cara, Stefi!
: ))))))
Come dimenticare che il primo commento sul Blorum fu proprio il tuo?
Certo che capisco, hai avuto un periodo molto intenso e impegnativo, che ha prodotto però risultati stupendi, coronando un tuo progetto importante, frutto di tanti sacrifici, animato da sogni e speranze.
Sono molto felice che tu sia passata qui, oggi. E grazie per le tue riflessioni sempre utili: non ho scritto il post pensando al valore della sensorialità, del tatto, come degli altri sensi, sempre molto meno coltivati. Grazie per avermi fatta pensare a questo.

P. S. Purtroppo il mio capo non c' è più. E' morto giovedì scorso.
Possiamo solo affidarci, di fronte a ciò che non possiamo capire.

Tanti baci, mia cara!

24 novembre 2008 alle ore 21:54  
Blogger Mara ha detto...

@Iannozzi: carissimo Beppe, ti ringrazio davvero di cuore.
Grazie perchè lasci sempre segni autentici, sentiti, profondi, forti.
Non avevo letto quell' articolo, sono state tante le riflessioni che ha prodotto dentro di me... Troppe e importanti per liquidarle ora in poche parole...
Per avermelo segnalato ti dico grazie, così come della tua amicizia e del tuo rispetto affettuoso per me.

Un abbraccio e a presto!
: )

24 novembre 2008 alle ore 23:05  
Anonymous Anonimo ha detto...

Il buio è sempre introspettivo ed è bello lasciarsi andare alle sensazioni interiori e profonde che questo ci causa. A volte addirittura ce n'è davvero la necessità.
Hai sicuramente fatto una esperienza davvero notevole!..

Un bacione e un abbraccio forte carissima Mara!

Elena T.

25 novembre 2008 alle ore 16:23  
Anonymous Anonimo ha detto...

Che bel post, anch'io come te mi lancio sempre in queste esperienze artistico-scientifiche (adoro i musei della scienza!!!), ma non mi era mai capitato di vivere come "esperienza" qualcosa che invece era un'installazione spenta. Siamo talmente poco abituati al silenzio e al buio che ormai ci sembrano straordinari, ma bisognerebbe recuperarli. Io il silenzio assoluto forse nemmeno me lo ricordo, e tu?

25 novembre 2008 alle ore 21:35  
Blogger Mara ha detto...

@Elena T.: sì, mia cara, il buio come il silenzio stimolano il contatto davvero profondo e sincero con sè stessi. E non è che sempre se ne abbia voglia in verità (parlo per me! ^ ^ )!
Beppe Iannozzi, poco sopra di te, mi ha linkato un' intervista eccezionalmente bella di Andrea Bocelli, nella quale, fra le tante tematiche importanti che affronta, rileva la preziosità del silenzio come fonte di consiglio e di vero incontro con l' altro, con la sua vita, il suo sentire, la sua storia.
Mi è sembrato molto bello.
Un grande bacio a te, Elena mia mia! ; )

25 novembre 2008 alle ore 22:00  
Blogger Mara ha detto...

@Clo: mia cara, come cogli tu le sfumature e i significati profondi che sono nelle cose, davvero in pochi: "vivere come esperienza qualcosa che invece era un'installazione spenta.", non avrei saputo esprimere allo stesso modo il nuceo centrale del mio post. Grazie! : )

Il silenzio assoluto l' ho sperimentato pochissime volte, in genere al buio, di notte, nel mio letto senza poter dormire. Ma non lo posso davvero definire "un silenzio assoluto" perchè il silenzio profondo parla, e parla anche tanto! E' animato: sussurra, scricchiola, striscia, ronza, soffia. Il silenzio assoluto non esiste, a mio parere; anzi laddove lo si crede assoluto è la che lui è più rumoroso.
Tantissimi baci, tesoro di Clo!

25 novembre 2008 alle ore 22:07  
Blogger Unknown ha detto...

"l' installazione "My Space" io non l' avevo vista."

E invece l'avevi vista, cara Mara, leggendo il tuo post mi rendo conto che avevi visto "your space", il tuo spazio interiore di artista :-)

26 novembre 2008 alle ore 17:42  
Blogger Mara ha detto...

@Tiziana: cara... mi commuovi, la tua stima mi onora!!!
Sei un modello per me.

Non sono un' artista ma sento molto. La vita è anche, se non soprattutto, questo per me.

Un bacio grandissimo!!!

26 novembre 2008 alle ore 21:04  
Anonymous Anonimo ha detto...

Hai ragione. Io mi riferivo al silenzio assoluto esterno, quello che poi, forse, permette di far emergere le nostre parole interne più vere...

Sono contorta stamani, eh?

baci

27 novembre 2008 alle ore 10:54  
Blogger Mara ha detto...

@Clo: anche quando contorta, sei sempre adorabile!!!

Un bacio dolce Clo! Meno male che ci sei.

: )))))

28 novembre 2008 alle ore 00:14  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao
sono Agata Difino,
mi dispiace che tu non abbia potuto vedere la mia installazione, anche se hai provato ugualmente grandi emozioni...ma per soddisfare tue eventuali curiosità puoi cercarmi su Facebook dove c'è una foto dell'opera...questa volta accesa;-). A presto
Agata

2 dicembre 2008 alle ore 14:15  
Blogger Mara ha detto...

@Agata: cara Agata, sono felice della tua visita e anche dispiaciuta di non aver potuto dare qui sul mio blog il giusto riconoscimento alla tua opera di cui mi hanno parlato in toni entusiastici.
Spero avrò modo di vedere presto altri tuoi lavori esposti!
In bocca al lupo per tutto.
: )

2 dicembre 2008 alle ore 18:49  

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