Intervista a Giuseppe Iannozzi autore della raccolta di racconti "Morte all' alba" : Prima parte.
Ci conosciamo da alcuni mesi ormai io e te, caro Beppe, tuttavia, sebbene abbia avuto modo di cogliere diversi aspetti della tua personalità e della tua formazione culturale, sociale, politica leggendo prima il tuo Blog - http://www.biogiannozzi.splinder.com/ - e ora “Morte all’alba”, mi piacerebbe che ti presentassi tu stesso, come preferisci, ai tuoi futuri lettori e a coloro che (e non sono tanti, in verità) ancora non ti conoscono.
“Morte all’ alba” raccoglie in forma antologica 29 racconti, tutti sorprendentemente diversi per stile, genere, contenuto. Sembra quasi che tu abbia sentito, da una parte, l’esigenza di accogliere e incontrare i gusti di varie tipologie di lettori; dall’altra quella di assecondare il tuo piacere e anche il tuo divertimento nel comporli, dall’altro ancora che tu abbia voluto dare corso ad un impulso spontaneo, sebbene vi sia in tutti i racconti molta ricercatezza che scaturisce dal tuo ingente bagaglio culturale di critico letterario e, immagino, appassionato lettore da sempre. Mi piacerebbe che ci raccontassi come ha avuto origine, da cosa e con quale finalità, se esiste, la tua ottima silloge.
Non sono una persona metodica. Però quando scrivo preferisco farlo nelle ore crepuscolari, o al mattino o verso l’alba. Le poesie, se così si possono definire, le scrivo invece durante le ore notturne. I 49 racconti di Ernest Hemingway costituiscono per me una pietra miliare della Letteratura, non solo americana: sono una lezione di stile. Ben lontano dalla perfezione di Ernest, mi piace scrivere di primo mattino, quando ho tempo; se invece ho altre incombenze da sbrigare, possono passare anche dei giorni senza che scriva un racconto o altro. Tuttavia ciò non significa che la mia fantasia resti arenata in sé stessa: nella mia testa io scrivo sempre, invento, penso a contenuti e stili, immagino il racconto finito… poi quando ho tempo scrivo. Non di rado mi capita di scrivere con penna e carta alla mano: è ancora oggi la maniera che preferisco per dar corpo alle storie. Gli editor di testo non mi piacciono granché: sono dell’avviso che scrivere a video e scrivere con carta e penna siano due modi molto diversi di affrontare la scrittura, ne consegue che anche i risultati non potranno che essere nettamente diversi.Le storie nascono dall’ispirazione, che non manca mai: la società è ricca di spunti, basta sapersi guardare intorno per avere sottomano qualche cosa che aspetta solo di esser fotografata. Mi guardo intorno, ascolto: non faccio niente più di questo.
“Morte all’alba”prende il nome dal racconto omonimo, mi chiedevo perché, fra i tanti, lo hai scelto per dare il nome alla raccolta. Deduco che abbia un significato particolare per te. Cosa hai voluto comunicare con questa scelta e con un titolo, se vogliamo, forte?
Come ho già spiegato, non c’è un vero e proprio fil rouge che lega i racconti; c’è però uno spettro che su tutti aleggia e che è quello della Morte. La scelta è caduta proprio su questa storia perché, a mio avviso, è una delle più significative della raccolta ed è anche quella dove la morte è presente sia in una dimensione corporale sia in quella spirituale. E’ un racconto-ossessione, scevro di qualsivoglia speranza, a tratti cinico. Si parla del dio Baal, in una proiezione in bilico fra realtà, leggenda e mondo onirico. E’ anche un disegno dell’uomo in chiave nicciana, non a caso F.W. Nietzsche è più volte citato nella trama: se è vero che il racconto è onirico, è altrettanto vero che è uno scavo psicologico profondo in quelle latebre umane - che spesse volte nella vita quotidiana noi tutti ignoriamo per tema di dover fare i conti con il lato oscuro che è presente in noi -, e che attraverso il subconscio ci stimolano day after day ad operare delle scelte o per il Bene o per il Male. Il racconto “Morte all’alba”: sono abbastanza presuntuoso d’immaginare che indirizzi il lettore senz’ombra di dubbio a che cosa andrà incontro leggendolo, niente di edulcorato, solo amare pastiglie.
Una delle battaglie che ti contraddistinguono, in campo editoriale, è quella in favore della buona scrittura. A tuo avviso, infatti, troppo spesso vengono pubblicati lavori di scarsa, se non scarsissima, qualità o comunque destinati a non lasciare alcuna traccia nel patrimonio culturale, nè contemporaneo nè futuro. Spesso ribadisci come la meritocrazia sia merce rara in Italia in tutti gli ambiti, tanto più in quello editoriale, dove si pubblica con editori noti per lo più per conoscenze e raccomandazioni, se non per vere e proprie “Marchette” (parole tue). Mi domando, a questo punto, se la tua scelta dell’ autopubblicazione, attraverso il noto portale “Lulu”, non sia conseguente alla volontà di non soggiacere a tali meccanismi. Cosa puoi dirci in proposito?
Quando si portano avanti delle battaglie in campo editoriale, il combattente, o l’illuso di turno, deve tener presente che in ogni caso, nonostante tutto il valore che saprà dimostrare in battaglia, sarà un combattere sempre e in ogni caso contro i mulini a vento. Credo non sia difficile rendersi conto che dico il vero: leggendo le pagine culturali dei giornali, tutti i libri vengono presentati come dei capolavori contemporanei, con la doppia “C” maiuscola. Di rado un libro viene stroncato e quando sì, si tende a dare la mazzata a un autore pubblicato da un editore (ritenuto) poco importante (che non pesa in maniera forte sul mercato). In Italia c’è il bruttissimo vizio del capolavorismo, ovvero di indicare ogni libro bello e di più. Ci sono poi tanti autori che sono intoccabili, nel senso che non possono essere criticati in maniera negativa: chi fosse tanto stupido da criticare in maniera negativa Antonio Moresco, ad esempio, inevitabilmente attirerebbe su di sé l’ira profonda di quanti si di dicono amici del signor Moresco. In Italia la meritocrazia non esiste, e non solo in campo editoriale e artistico. Si va avanti a raccomandazioni, o per dirla in maniera più esplicita, chi vuole fare strada deve essere disposto a raccogliere marchette e a dar via il didietro senza pensarci su nemmeno un secondo. Se non si dà via il didietro, senza usare il profilattico per giunta, puoi essere anche Gesù Cristo ma in Italia strada non ne farai, non ti sarà concesso neanche di farti crocifiggere sul Golgota. Come ho già accennato, non ci ho provato nemmeno a presentare il mio lavoro a un editore: il motivo è più che mai semplice, l’avrebbe o drasticamente tagliato (censurato) o mi avrebbe mandato a quel paese senza tanti convenevoli.
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13 Commenti:
Buongiorno Mara :) Un'intervista "ben mirata" che permette a beppe non solo di esprimersi sul suo libro ma anche,senza peli sulla lingua come al suo solito :),su quello che circonda l'editoria italiana.Ora aspetto la seconda parte
un bacio
cinzia
Complimenti!!
Bellissima intervista ,nelle risposte che Iannozzi ha dato alle Tue domande riconosciuto il suo stile,davvero lui è così originale ed unico.Ed i suoi libri ne sono la conferma.
Ti auguro una lieta giornata
vany
@Cinzia: ciao Cinzietta!
Sì, mi è piaciuto dare a Beppe lo spazio per parlare di sè e di "Morte all' alba" in assoluta libertà, ricreare uno spazio suo in cui si sentisse comodo e a suo agio! Eheheheh!
Quanto al discorso sull' editoria, si preoccupava che potesse danneggiarmi! ^ ^
Un bacio Cinzia, è sempre bello trovarti qui.
@Vany: Ciao splendida Vany!
; )
Non ci conosciamo, ma a me sei familiare, per via delle poesie che Beppe ti dedica e dei commenti sul suo blog.
Sì, la caratteristica che più salta agli occhi di Beppe è la forza e il coraggio nell' affermazione di sè e delle sue idee, qualunque esse siano, e nonostante, a volte, si tratti di assumere posizioni scomode o poco condivise.
Ma tu questo già lo sai!
Un abbraccio grande.
: )
Ciao Mara,
ho visto lo strillo dell'intervista sul Blog di Beppe. Sono di corsa, devo andare al lavoro, ma appena ho qualche minuto per leggerla e assaporarla come si deve, ti lascio un commento vero.
Un abbraccio a te e anche a quell'orsetto furbetto ^__^
Chiara
@Chiara: ciao Chiara, che bello e che onore averti qui! ^ ^
A più tardi, allora! Un tuo feedback è sempre prezioso.
: )
Bacio.
Come promesso, eccomi di nuovo. Letto tutto molto attentamente... COMPLIMENTI!
Belle le domande e molto articolate, profonde, acute e intelligenti le risposte. Sulla cultura di Beppe non ho mai avuto dubbi. Il suo essere una voce "fuori dal coro", uno spirito libero gli da, secondo me, una marcia in più.
Ora aspetto con ansia la seconda parte dell'intervista. C'è una cosa che vorrei chiedere a Beppe: una curiosità che mi è venuta leggendo i suoi racconti, ma non la dico ;-)
Vediamo se anche a te, Mara, è venuta la mia stessa curiosità. Eheh... Se poi non troverò risposta allora lo chiederò io a Beppe. Scusa se sono stata un po' criptica, ma a quest'ora e dopo una giornata di lavoro mi sento un po' confusa.
Un abbraccio,
Chiara
Innanzitutto devo puntualizzare a Chiara - la mia groupie personale e preferita ;-) - che non sono un orsetto furbo, o meglio non sono solo un adorabile orsetto pelosetto tutto coccole e amore da stringere strapazzare coccolare. :-))) E' che non vorrei essere considerato un orsetto oggetto, non che la cosa non mi faccia piacere: però sono qualcosa più d'un orsetto. :-)))
Cinzia evidenzia che come al solito parlo senza peli sulla lingua; e direi che questo è vero, difatti il pelo ce l'ho solo sullo stomaco che quando si scrive, per forza di cose, è il posto migliore dove averlo.
Vany è sempre molto generosa nel considerarmi. Spero di non deluderla mai. Chi scrive ha una responsabilità non poco grande nei confronti dei propri lettori, che spero possano diventare un numero più alto dei famosi quattro manzoniani.
Chiara, mia groupie ^__^, in verità non ho idea di quale curiosità ti possa esser passata per la testa; ma se me la dici, sicuro che ti rispondo. Sono qui per rispondere anche e soprattutto ad eventuali domande. Anzi, è auspicabile che mi si metta un po' sotto torchio o anche tanto. Quindi non temere, non mangio nessuno, chiedi pure in tutta libertà. Ti assicuro che non sarò un guglielmo tell senza mira come quel pazzo di Burroughs.
Mara, cara Mara, io ti devo ringraziare e lo faccio giustamente anche qui in pubblico per lo spazio assai generoso che hai voluto accordare alle mie chiacchiere. Spero che tra le tante cose che ho detto ce ne sia qualcuna che meriti d'esser presa in considerazione, che possa offrire spunti di riflessione anche al di là di quella che è la raccolta di racconti "Morte all'alba".
Ringrazio di cuore le donzelle che sono sino ad ora intervenute, nontando non senza poco piacere che il mio pubblico è al cento per cento femminile. Vi bacio felice di avere lettrici come Voi, oneste e per questo motivo più preziose di qualsiasi criticone griffato/patinato.
Beppe
@Chiara: eheheheh, Chiara, è possibile che abbia intuito la curiosità che ti è venuta dopo la lettura, ma non voglio anticipare nulla! ; D
P. S. Resisti! La seconda parte sarà pubblicata lunedì, max martedì! ^ ^
Un abbraccio.
@Beppe: eh, Beppe, beato fra le donne... Senza dubbio il tuo "habitat" preferito! ; D
A me è piaciuto molto elaborare quest' intervista e ancor più leggere le risposte, ricchissime di spunti interessanti di approfondimento (sebbene, lo sai, io sia la regina della mediazione e dunque lontanissima dalla tua implacabile causticità!).
Comunque sia, a presto con la seconda parte!
Un abbraccio a te. ^ ^
@ Beppe:
Tranquillo Beppe, la mia non è paura. Mi voglio solo tenere la domanda per un qualcosa in futuro... eheh ^__^
SMAACKKK!
@ Mara:
Allora aspetto il seguito.
Baci :-)
@ Beppe:
Mi ero persa la tua puntualizzazione iniziale. Perdona una povera groupie che ha lavorato tutto il giorno :-(
"Orsetto oggetto"? Non ti ho mai considerato in questo modo. Ho troppa stima di te, delle tue idee, di quello che scrivi. Non potrei mai considerarti un orsetto oggetto. Il mio voleva essere solo un vezzeggiativo buffo.
Se io sono la tua groupie preferita, tu sei il mio orsetto preferito ^__^
Chiara
@ CHIARA
Io adesso voglio sapere quale curiosità passa per la testolina della mia groupie Chiara. ^__^ Avanti, non far la preziosa, Chiara, e sputa il rospetto. :-)
Ahhh... ho capito... per il futuro... Vabbe', allora non ti chiedo più niente, sicuro che presto o tardi mi dirai. ;-)
E guarda che se mi vuoi considerare anche un orsetto oggetto, per me sta più che bene. :-D
@ MARA
Be', sì, è un gran bel mondo quello femminile, sotto molti aspetti. :-)
Vero, tu sei molto posata. Io invece ci vado giù pesante, ma non sempre. Se m'inalberò c'è sempre un valido motivo e non un'ubbia. Poi un granchio o due, a volte anche un'aragosta, li prendo anch'io: non sono perfetto e di questo ne son ben felice, considerando la perfezione qualcosa di non possibile e soprattutto una cosa arida se applicata alle cose umane siano esse in campo artistico o meno.
Penso che una bella intervista, come questa, riesca a mettere a nudo aspetti del libro, dell'autore, in maniera più efficace che non una recensione. Chi scrive pacchi e pacchi di recensioni lo fa più per sé che per la cultura, questo in genere: accade difatti che scrivere recensioni diventi un modo come un altro per parlare di sé facendo finta di parlare di un determinato autore e libro. E' per questo che aborro la più parte delle recensioni: se leggo una critica voglio che sia tale, non che sia l'esaltazione dell'ego del critico.
E il seguito è arrivato puntuale.
Mara, grazie infinite.
Mi hai dedicato davvero tanto tanto spazio e tanta tanta santa pazienza.
Un bacione enorme, ma è poco.
Beppe
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